Non so se le piante o il cielo mi guardino,
né se abbiano una loro visione,
poiché tendiamo ad imprimere la nostra.
Se così non fosse, vedremmo il nulla.

Non solo ciò che è animato soffre, ma tutto l'esistente:
la sofferenza è il distillato che precede la distruzione.
L'azione giusta non esiste, poiché tutte recano sofferenza.

Non ci resta che comunicare soggettivamente la bellezza
di ciò che mai potremo capire.
Le danze, le somiglianze, le emozioni, i ricordi, le sensazioni, riflesse nel nostro specchio-natura.

Francesco Golisciano

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2 commenti su “Sulla natura

  1. Non si vede solo con gli occhi, ci sono molti altri modi per accorgersi di qualcosa ed è proprio ciò che è in natura ad insegnarlo. Quel che lei scrive mi ricorda la dualità benthamiana del principio del piacere e del dolore che va ben al di là dell’antropocentrismo. Nel testo rintraccio un desiderio di comunicazione che non si arrende alla sofferenza. Mi permetta una piccola monelleria critica: ciò che più mi piace in esso è la strofa finale, quasi che le due che lo precedono fossero strumentali alla sua formulazione. Forse non è corretta questa conclusione, ma mi ha comunque fatto molto piacere leggere il suo testo

  2. Ho gradito le sue interessanti osservazioni e sono compiaciuto del suo interesse per i miei versi, i quali sono l’effetto spontaneo dell’incontro tra le visioni mostratemi dalla natura e il raccoglimento da esse scaturito.

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