PASSEGGIATE LETTERARIE: Il giudice e il suo boia

Molti libri antichi ordinati in una vecchia libreria di noce.
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Le reali possibilità per uno scrittore esordiente di pubblicare il proprio libro

In questo post ‘Passeggiate Letterarie: Il giudice e il suo boia’ è possibile riflettere su un modo personale di analizzare un testo che ci rende consapevoli di molteplici aspetti di un’opera letteraria. Forse uno scrittore esordiente potrebbe leggere con attenzione le analisi dell’autrice autorevole di codesta rubrica. Sono sicuro che un’attenta lettura può tornare utile per rivisitare il proprio manoscritto con una più accurata analisi. Un augurio cordiale a tutti gli esordiente per un successo letterario.

MARIA ROSA GIANNALIA

Il giudice e il suo boia
di Friedrich Durrenmatt

IL SENSO DELLA VITA

Un romanzo di Antonio De Martino

IL SENSO DELLA VITA

PASSEGGIATE LETTERARIE: Il giudice e il suo boia

Presentazione dell’analisi

La passeggiata letteraria di oggi ci porta a fare un giro largo nello spazio e nel tempo. Questa volta vi propongo un’analisi di Rosetta Martorana sul romanzo dello scrittore e drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt: ”Il giudice e il suo boia”, pubblicato per la prima volta nel 1952 e apparso in Italia nella traduzione di Enrico Filippini, Collana UEF n.295, Milano, Feltrinelli, 1960. A buona ragione il romanzo può annoverarsi tra i polizieschi-psicologici e può essere considerato il prototipo nel suo genere.
Pubblico qui il lavoro di Martorana che indaga sui molteplici aspetti di questa scrittura e sulle tematiche con rimandi anche agli eventuali riferimenti classici che costituiscono la cifra delle indagini letterarie dell’autrice.

PASSEGGIATE LETTERARIE: Il giudice e il suo boia (FRIEDRICH DURRENMATT)

Autrice dell’articolo: Rosetta Martorana.

Introduzione

Il primo romanzo poliziesco di Durrenmatt è “Der Richter und sein Henker”, “Il giudice e il suo boia” realizzato nel 1952 ed è un giallo emblematico con l’introduzione del termine Zufall (il Caso) che sarà la parola guida “della sua concezione del mondo e del narrare” che diventa di conseguenza la sua poetica spiegata e presentata con chiarezza ne La promessa.

Quando Georges Simenon, che di noir se ne intendeva, lesse questo romanzo cupo, implacabile e lacerante, disse semplicemente: “Non so che età abbia l’autore. Se è alla sua prima prova, credo che farà strada”.

“Esiste il delitto perfetto? Gastmann, “demonio in forma umana”, ne è convinto, e, per dimostrarlo al commissario Barlach e vincere la temeraria scommessa fatta in una bettola del Bosforo, getta uno sconosciuto dal ponte di Galata. Ormai i due sono incatenati l’uno all’altro. Per oltre quarant’anni il commissario seguirà imperterrito le orme di Gastmann, nel vano tentativo di fornire le prove dei delitti via via più audaci e sacrileghi ( deutlich und opfern ) che costui ha commesso per capriccio. Finché un giorno l’assassinio dell’ispettore Schmied della polizia di Berna, la città dove Barlach è nato e che lui chiama il suo “aureo sepolcro”, lo metterà nuovamente di fronte al suo nemico e al sinistro sviluppo di trame politiche e finanziarie di cui questi tira le fila. A Barlach non resta molto da vivere: giusto il tempo di regolare i conti una volta per tutte. Ormai ha emesso il suo verdetto- ed è una condanna a morte”. (1)

(1) Per una conoscenza più approfondita della biografia dell’autore e della trama del romanzo si rimanda al seguente sito : https://it.wikipedia.org>wiki>Friedrich_Durrenmatt

PASSEGGIATE LETTERARIE: Il giudice e il suo boia

Alcuni aspetti tematici:

Questo romanzo noir/poliziesco sin dalle prime pagine ha un suo fascino che coinvolge il lettore per la trama, per l’argomento sviluppato, per la descrizione del paesaggio che diventa un coprotagonista insieme agli altri personaggi e per la possibilità di aprire importanti dibattiti e confronti tra le varie tematiche presenti nell’opera.
Di queste se ne possono riscontrare parecchie come: la giustizia, il mito e le tragedie del mondo greco, il rapporto tra filosofia e giustizia ed infine il mondo letterario permeato dalle azioni umane che comportano il confronto con la colpa di un delitto o di un reato e la pena da scontare.
Si apre un mondo di suggestioni e di interrogativi che toccano da sempre la coscienza del singolo e le responsabilità collettive che, in modo particolare, si fanno più significative nel momento storico che stiamo vivendo ai nostri giorni.

I personaggi :

Per una più agile lettura i personaggi sono:
BARLACH : Commissario/giudice nemico di Gastmann con cui aveva fatto una scommessa scellerata a Instanbul
LUTZ : Colonnello e capo della polizia
TSCHANZ : Poliziotto che scopre il cadavere di Schmied e che uccide Gastmann e i suoi camerieri
SCHMIED : Poliziotto bravo e preparato che viene incaricato a scovare Gastmann da Barlach
GASTMANN : Promotore della scommessa e pluriassassino mai preso, ma paga con la vita a causa di un omicidio mai commesso
VON SCHENDI : Diplomatico che si industria per non far colpire Gastmann che ha le mani in pasta in molti delitti e affari loschi.

PASSEGGIATE LETTERARIE: Il giudice e il suo boia

Riflessioni:

E’ giusto giudicare secondo le leggi o secondo la misura umana?
E’ un dilemma antico ed eternamente attuale rappresentato da Durrenmatt con realistica bravura.
Esiste un confine così impalpabile e sottile tra verità e giustizia che spesso se ne perde l’esistenza e la consistenza.
Quante volte la verità processuale è completamente lontana dallo svolgimento dei fatti a tal punto che viene voglia di farsi giustizia da sé come succede a Barlach stanco anche di quell’inseguimento ultraquarantennale nei confronti della colpevolezza di Gastmann.
Tralasciando volutamente l’ultimo episodio della vita di Gastmann, in cui avviene un delitto di cui questi non è colpevole, il commissario si considera un dio/giudice onnisciente pronto a dare il suo giudizio all’intero operato di una persona; è troppo stanco di aspettare e di continuare ad assistere all’impunità del suo nemico anche perché ha poco tempo da vivere per la malattia terminale che lo affligge da un bel po’.
Preferisce la soluzione del caso rispetto alla lontana possibilità di salvarsi con un intervento chirurgico programmato, ma sempre disatteso.
Ironia della sorte : l’inconsapevole esecutore della condanna del colpevole sarà un personaggio a cui interessa la non scoperta della verità.

Una citazione rappresentativa:

“ Dicevi che era una sciocchezza commettere un delitto, perché ti sembrava Impossibile usare la gente come pedina degli scacchi. Io invece, più per contraddirti che per convinzione, sostenevo la tesi che proprio la confusione dei rapporti umani rendeva possibili delitti che non potevano essere scoperti, e proprio per questo motivo la maggior parte dei delitti restavano non solo impuniti, ma anche insospettati”

Lo stile di questo romanzo breve è semplice ed essenziale, ma narra complesse deduzioni, sottili e dettagliate analisi psicologiche e confronti di personalità tipiche di un noir. Ciò che verbalmente è superfluo viene eliminato e la parola diventa espressione essenziale per l’efficacia dei dialoghi, svelando piccoli indizi, confondendo in modo convincente il lettore e inducendolo a seguire quella verità giudiziaria che non coincide con la realtà dei fatti.

Spunti analitici:

Come accennato prima, diverse sono le “indagini” che toccano sfere conoscitive di vario genere e inducono il lettore ad aprirsi mentalmente verso altri ambiti conoscitivi come il rapporto tra giustizia e filosofia, tra diritto, legge ed “essere”.
Sia nella quotidianità che nei momenti particolari di vita vissuta tutti quanti siamo sottoposti al diritto e alla legge, ma su cosa si basa questa legge a cui dobbiamo obbedire? Nasce da fondamenti oggettivi oppure da convenzioni sociali legati al mutamento dei tempi storici? Allora la legge è oggettiva o soggettiva?
La storia ci insegna che non ci sono risposte definitive in merito e non ce ne sono mai state perché, nell’ambito della filosofia, ogni pensatore ha contestato il pensiero precedente e con Heidegger e il suo circolo ermeneutico si enuncia che la verità ultima è irraggiungibile per cui anche la legge va oltre il confine della oggettività e della soggettività per la fallibilità della vita umana.

Riferimenti classici:

Se entriamo poi nel mondo del mito, della tragedia e del diritto constatiamo che ne “Le Eumenidi” si poteva far sì che un deus ex machina desse la soluzione in merito alla tragedia di Oreste, ma Eschilo, per porre fine alla catena interminabile di sangue, secondo la quale la colpa è generata da “ un’antica colpa”, introduce l’ Aeropago, un tribunale per giudicare Oreste e quindi il giudizio viene sottratto al potere della divinità, riconoscendo la responsabilità individuale, per mezzo dell’istituzione di uno strumento capace di risolvere i delitti di sangue.
L’accusa è rappresentata dalle Erinni, la difesa dal dio Apollo mentre Atena presiede il tribunale imponendo la regola secondo la quale deve andare a favore dell’imputato il giudizio, se questo raggiunge la parità delle parti giudicanti ( oggi è il “Favor rei”).
Oreste ottiene un verdetto che lo vede responsabile dei suoi atti secondo giustizia e imparzialità e non secondo la vendetta capricciosa e divina.
Una nuova Giustizia viene messa in pratica e così le Erinni vendicatrici si trasformano in Eumenidi cioè le Benevole.
Le tragedie greche Eumenidi e Antigone fanno da guida per molte delle scelte estreme a cui siamo chiamati a volte senza rendercene conto con consapevolezza. (2)

(2) In merito all’argomento “La misura della Giustizia” nel contesto di alcune opere letterarie si rimanda al seguente sito : https://www.diesselombardia.it>index.php>1932-w-sh…




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