PASSEGGIATE LETTERARIE: Magnifico e tremendo stava l’amore

Le reali possibilità per uno scrittore esordiente di pubblicare il proprio libro

In questo post ‘Passeggiate Letterarie: Magnifico e tremendo stava l’amore’ è possibile riflettere su un modo personale di analizzare un testo che ci rende consapevoli di molteplici aspetti di un’opera letteraria. Forse uno scrittore esordiente potrebbe leggere con attenzione le analisi dell’autrice autorevole di codesta rubrica. Sono sicuro che un’attenta lettura può tornare utile per rivisitare il proprio manoscritto con una più accurata analisi. Un augurio cordiale a tutti gli esordienti per un successo letterario.

MARIA ROSA GIANNALIA

Magnifico e tremendo stava l’amore
di Maria Grazia Calandrone

Magnifico e tremendo stava l’amore

Autore

IL SENSO DELLA VITA

Un romanzo di Antonio De Martino

IL SENSO DELLA VITA

PASSEGGIATE LETTERARIE: Magnifico e tremendo stava l’amore

Lo spunto

In questo suo ultimo romanzo, Maria Grazia Calandrone prende spunto da una pagina di cronaca nera di cui si è molto parlato: l’assassinio di un marito da parte della moglie. Questo fatto detto così nudo e crudo sembra rimandare a quei pretesti letterari che, nella scrittura, sono finalizzati a travolgere il lettore facendo leva sul suo gusto noir da buco della serratura.

Invece questo fatto di cronaca rappresenta una pietra miliare nella storia della giurisprudenza italiana in quanto, per la prima volta, il processo intentato a colei che si è macchiata di un così grave delitto, cioè la moglie che viene chiamata col suo nome e cognome reale nel testo, vale a dire Luciana Cristallo, si conclude con l’assoluzione definitiva della stessa perché il fatto non costituisce reato. Viene assolto anche l’amante di lei che l’aiuta a fare sparire il cadavere. Una sentenza di quelle che fanno veramente scalpore.

L’autrice del romanzo, Maria Grazia Calandrone, tratta questa materia attraverso una scrittura che potrebbe fare scuola.

Intanto il titolo Magnifico e tremendo stava l’amore sottolinea la magnificenza del sentimento travolgente che nel suo realizzarsi si fa tremendo. 
L’autrice sceglie, in questo testo, di trattare il più praticato dei temi letterari, l’amore, che proprio per la sua frequentatissima letterarietà potrebbe indurre ad una narrazione usuale vieta e trita. Niente di tutto ciò accade nel testo.

L’azione

Intanto l’azione: due giovanissimi ragazzi, lei romana di famiglia borghese, lui lucano figlio illegittimo di un impresario ricco e della sua cameriera, votato perciò a non essere riconosciuto per tutta la durata della sua infanzia e ad esserlo solo dopo la morte della moglie legittima del ricco impresario, ignaro per tutta l’infanzia di chi sia il padre, allevato nell’angoscia e nell’astio della madre ignorata e vilipesa, decidono di sposarsi senza il consenso dei genitori rispettivi per motivi differenti e tuttavia spie della mentalità retrograda e conformista degli anni ottanta.


L’azione è riportata così dalla stessa autrice:
 «Magnifico e tremendo stava l’amore rielabora un caso di cronaca nera. Il 27 gennaio 2004, dopo circa vent’anni di violenza subita, Luciana uccide con dodici coltellate l’ex marito Domenico e, insieme al nuovo compagno, ne getta il corpo nel fiume Tevere. Il 24 giugno 1965 mia madre Lucia, dopo anni di violenza subita da parte del marito, getta sé stessa nel fiume Tevere, insieme al suo nuovo compagno, mio padre. Perché in quegli anni non esiste la legge sul divorzio. Il motivo della mia ossessione è fin troppo evidente. Ma la vicenda giudiziaria di Luciana si conclude con un provvedimento destinato a fare giurisprudenza. Mi è parso allora utile, anzi necessario, rintracciare negli atti processuali le motivazioni umane e legali di una sentenza tanto d’avanguardia. L’analisi della storia e dei suoi esiti ha finito per generare un libro che ha sorpreso per prima chi l’ha scritto, essendo diventata un’opera scorretta, che non assume esclusivamente il punto di vista della vittima, si chiede anzi chi dei due sia la vittima, quale patto leghi i protagonisti e in quale oscurità delle persone quel patto abbia radicato. Chi scrive, insomma, ha cercato di comprendere profondamente le ragioni della violenza. E forse, chissà, ha lavorato proprio per emanciparsi da uno sguardo semplice sulla violenza. Non c’è dunque condanna, ma esposizione, quando possibile poetica, di quel magnifico e tremendo amore».

La struttura

In questo romanzo l’azione drammatica raccontata immerge ,fin dal primo capitolo, il lettore nella narrazione. La struttura narrativa che l’autrice organizza fa in modo che il lettore abbia, per così dire, una visione sinottica di tutto quanto succede: i fatti in sé, la nascita prima e lo sviluppo violento del sentimento amoroso poi, la carnalità, i gesti inconsulti dettati dalla forza emotiva senza mediazione razionale da cui prende le mosse il dramma conflittuale tra i due protagonisti: Luciana e Domenico, che non è generato da alcuna forma di infedeltà coniugale ma nasce impetuosamente e senza controllo dalle pulsioni più profonde di un animo ferito nel profondo e che radica in un’infanzia negata e nell’amore rifiutato. E ancora, nello sfondo, la società controllante e conformista che soffoca ogni libero sentimento dei personaggi di contorno e fa sì che la vita di due giovani venga segnata per sempre. E infine la storia quella recente che ha segnato la strada della politica e della mentalità dei nostri giorni.


Domenico è un uomo che non ha avuto l’occasione di diventare tale, inserito in un contesto familiare dove gli è stata negata persino la sua identità, condannato ad un’eterna subalternità prima dal padre naturale e poi dalla madre e per questo incapace di determinare con equilibrio la sua vita di uomo e di padre.

Luciana vittima di un corrosivo innamoramento per un uomo bello, ricco che lei crede inserito in un ambiente prestigioso e che, invece, presto si rivela incapace di gestirsi.


I sentimenti, nello sviluppo narrativo di questo testo vengono mostrati al lettore ora con le parole piane della prosa ora con le parole affilate della poesia in una sorta di prosimetro efficace a fare percepire al lettore tutta la portata delle emozioni.


Nello sfondo: la cronaca del tempo, precisa, puntuale, quasi giornalistica. Le informazioni vengono riportate con il linguaggio giornalistico, con la puntualizzazione delle date, con excursus sulle implicazioni giuridiche e i riferimenti processuali che fanno sì che la narrazione poggi su una parete in cui i fatti narrati assumono la forma di bassorilievi. E ancora un terzo livello: la Storia con la S maiuscola. La storia dell’Italia, del processo di Tangentopoli, dell’avvento della seconda repubblica, delle televisioni berlusconiane che imperversano nel piccolo schermo di ogni famiglia italiana determinando lo stravolgimento dei valori tradizionali ancorati ad una società che pian piano si va affacciando alla società post industriale e informatica, con la vendita dissennata delle merci prodotte e con una insistita e ingiustificata induzione delle masse ai consumi, quelli meno utili ma più produttivi di profitto e con essi allo stravolgimento dei valori. E’ l’Italia dei Drive-in, l’Italia della pubblicità a coscia nuda, l’Italia che se hai un’automobile figa e di lusso trovi cento donne che te la danno gratis.  L’Italia della coca e delle nuove droghe. 


I nuovi valori indotti dai mass-media hanno sulla gente l’effetto dirompente dell’abbandono dei valori tradizionali, della famiglia patriarcale ma senza prospettiva di alternative più adatte e funzionali alla nuova società che si affaccia sullo scenario del terzo millennio.


Tutto questo racconta questo romanzo in una forte commistione di generi letterari ma anche di registri linguistici e stili narrativi necessitati dalle diverse narrazioni. Dove l’eclettismo è funzionale alla storia di primo e di secondo livello e all’espressione dei sentimenti più potenti che solo una storia d’amore consente. 



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