Piccolo paggio
la favola del mio corpo
non oltrepassarla!
Segreto ti appariva
come il sole e la pioggia
ti occorre ancora
distanza per vedermi
giovane
silenziosa
che si rinnova
in punta di piedi
come sul far del giorno
Stupidamente segreta nell’animo
la mia bocca cede
ritrosa
parole geometriche
che vanno
anche oggi a farsi male
su pensieri cerbiatti
Come allora
-ricordi?-
sui
banchi di scuola
intarsiati d’inchiostro
sempre quelle favole
che paralizzavano leggere
la storia del mondo
quando ancora
non c’era il mondo
ma solo il mio corpo
un minuscolo spunto in un dovechissà
che ti toccava
perché tu invece
c’eri
e stavi lì segreto
di me tua regina
innamorato
grazie