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I Vicerè di Federico De Roberto
Nel panorama letterario del duemila che senso ha leggere il romanzo di Federico De Roberto “ I vicerè”? Abbiamo letto (e visto nella trasposizione filmica più volte), importanti libri che aprono scenari sulle narrazioni dell’ottocento, del novecento e del duemila: I Vicerè di Federico De Roberto, a Il Gattopardo di GiuseppeTomasi di Lampedusa e all’ultimo I leoni di Sicilia di Stefania Auci.
La passeggiata letteraria di oggi ci riporta in Sardegna, terra libera, aperta, ventosa e uguale a nessun’altra, con i suoi paesaggi aspri e vergini, la sua luce, i suoi spazi immensi. E la città di Cagliari, il suo capoluogo.
In questo ambiente si incardina la storia che Paolo Pinna Parpaglia offre ai suoi lettori, una storia che è molto di più di un giallo nel cui genere il romanzo viene rubricato. Del giallo classico ha le caratteristiche, la suspance, il mistero, i personaggi, insomma tutto ciò che concorre a farne una lettura gradevole e di intrattenimento.
Uscito in Italia nel 2014 per i supercoralli di Einaudi nella traduzione di Andrea Sirotti,
questo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie, è particolarmente elaborato poiché è costruito su una sottile trama ricchissima di fatti minuti ma difficile da ricondurre ad una ricostruzione che contenga una visione unitaria di quanto l’autrice ci vuole raccontare.
O meglio, dovrebbe essere il lettore a ricostruire, attraverso tutta la marea di piccoli fatti intrecciati, una visione d’insieme della cultura di provenienza, di arrivo e di ritorno dell’autrice.
Vediamo come è costruito questo romanzo.
“ Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l’inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo”.
E’ questo l’incipit del romanzo: La strada di Cormac Mac Carthy, il libro di cui voglio parlarvi oggi.
Nel panorama letterario delle narrazioni catastrofico-distopiche, il romanzo di questo autore si colloca come un punto di riferimento basilare per la sua scrittura lucida, essenziale, illuminante.
Cari amici, le ferie , credo, siano finite per tutti, ma il nostro piacere per la lettura, che forse ha accompagnato anche le nostre giornate agostane, si è mantenuto intatto e sicuramente richiede qualche altro stimolo per analizzare, come di consueto, un romanzo già letto o da leggere.
Questa volta desidero proporvi Cent’anni di solitudine.
Chi di noi non lo ha letto? Gabriel Garcia Màrquez con la sua meravigliosa scrittura ha incantato un vasto pubblico di lettori di tutto il mondo. E giustamente con questo capolavoro si è aggiudicato il premio Nobel per la letteratura nel 1982.
Trilogia della città di K
Di Agota Kristof
Questa settimana andremo ad occuparci di una scrittrice ungherese , Ágota Kristóf , il cui capolavoro La trilogia della città di K. scritto in tre momenti successivi, è ambientato in una regione che non viene mai nominata per tutto il tempo della narrazione ma che si evince essere un martoriato paese dell’Est Europa, forse la stessa Ungheria, sua terra d’origine, alla fine della seconda guerra mondiale, nel periodo in cui l’Armata Rossa riesce a liberare i territori dell’Est dai nazisti.
L’animale morente
Philip Roth
Einaudi 2003
Titolo: L’ossessione, l’erotismo e il morire in Philip Roth.
Quando Philip Roth, americano di origini ebree, scrisse il romanzo “L’animale morente” nel 2001 , aveva già al suo attivo la maggiore parte delle sue scritture, in particolare con i suoi precedenti romanzi Pastorale americana nel 1997 con cui aveva vinto il premio Pulitzer facente parte della trilogia Ho sposato un comunista e La macchia umana. Nella trilogia l’autore indaga e descrive la società statunitense di fine secolo con quanto ancora resta di tutta l’ideologia di quella società e i residui mai sopiti dell’ancora presente razzismo nei confronti degli afro-americani.
Analisi di un romanzo: Le vie dell’Eden
di Eshkol Nevo
Scritto nel febbraio 2022 è l’ultimo libro in ordine cronologico di Eshkol Nevo e, anche, credo, il più complesso. Infatti ho voluto, in questo mio articolo, tentare un’analisi per comprendere a fondo non solo il fil rouge che collega i tre racconti, ma anche il senso sotteso a tutta la narrazione.
La quale si presenta solo in apparenza semplice e discorsiva. In realtà è molto articolata e metaforica, il che non rende la lettura/comprensione immediatamente fruibile. Tuttavia
Bianca Mannu Mitica Resistenza Da bambina la conobbi in fotoche sorrideva – mitica –a una primavera in grigioDi lei –…
Capita a volte che un libro, in questo caso un romanzo, ci appassioni talmente tanto che quando si raggiunge la parola “fine” ci si senta quasi deprivati di un amico. Un amico che ci ha intrattenuto per un numero di ore o di giorni, proiettandoci, anche se siamo comodamente seduti sul nostro divano, in una realtà totalmente differente dalla nostra che, a mano a mano che ci addentriamo nelle pagine, diventa la “nostra” realtà, almeno per tutta la durata della lettura.