LA LETTERATURA E LA SUA IMPORTANZA

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di Caterina Marchesini.

Induce inevitabilmente a porsi delle domande la letteratura contribuendo in questo modo alla formazione morale e civile della persona attraverso la sua presa di consapevolezza e il suo percorso di comprensione attiva, e non soltanto passiva, della realtà circostante. Senza letteratura, il mondo sarebbe una rassegnata umanità di robot che ha rinunciato alla libertà, un mondo incivile privo di sensibilità, sostiene il Premio Nobel Vargas Llosa. Per questo la letteratura è la linfa vitale di una società progredita. Una vita senza letteratura è possibile, ma è sicuramente una vita con minore consapevolezza, con minore spirito critico e capacità analitica.

Negli ultimi anni, la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa sta determinando una progressiva e pericolosa perdita di importanza della letteratura con l’erronea convinzione che si tratti di qualcosa di inutile di cui si possa fare a meno. I mass media, bombardando di continuo con una quantità variegata di immagini e contenuti, spesso vacui, limitano di molto la riflessione e il pensiero critico, portando gli individui ad essere più facilmente influenzabili. La letteratura dovrebbe riuscire a recuperare il suo ruolo centrale perché un mondo in cui essa viene relegata ai margini della vita sociale è un mondo destinato a diventare sempre più povero sul piano spirituale. Essa, oltre a contribuire alla formazione di cittadini critici, aiuta anche a poter esprimere meglio e con più forza le proprie idee.

Quello di letteratura è un concetto ampio. Non si può riassumere soltanto con ciò che si trova nei libri; non è imparare le nozioni a memoria; non è conoscere la biografia di ciascun autore. Essa è invece cultura, conoscenza, passione, amore; è quello che si legge, si impara e non si dimentica. Con la letteratura ci si confronta, ci si lotta e si migliora. L’esperienza letteraria si basa su due procedimenti fondamentali: il primo riguarda il versante della produzione del testo, il secondo quello della ricezione. Due procedimenti strettamente connessi perché è attraverso la personificazione che l’autore intende coinvolgere il lettore, mentre il lettore può individuare forme di personalizzazione del discorso anche al di là delle intenzioni del produttore del testo. Il punto principale però è un altro: domandarsi di cosa parla la letteratura. E la risposta è: di tutto. La letteratura, infatti, può rappresentare qualsiasi cosa: qualunque aspetto della vita reale e qualunque realtà fittizia, ipotetica, immaginaria. Si tratta di una tecnica di “istruzione dell’immaginazione” perché fa vivere esperienze simulate. Il lettore cioè ha modo di ampliare la propria esperienza esistenziale complessiva, arricchendola e articolandola, acquisendo così nuovi strumenti critici. Essa non solo costruisce mondi, ma presenta il mondo come un oggetto da scoprire, con le sue varietà culturali e antropologiche. Mette diverse informazioni in prospettiva culturale, senza ridurne la complessità e senza ridurle a opposti inconciliabili. Così facendo aiuta a capire noi stessi e il mondo, portando a riflettere sul valore delle differenze, aumentando la capacità di ascolto critico e di approfondimento delle nostre posizioni. La “buona letteratura”, inoltre, ha i suoi tempi; richiede tempo: non può essere lettura superficiale. Uno dei rischi cognitivi contemporanei, infatti, è proprio quello di cedere all’immediato, all’attualità e dunque alla superficialità cognitiva, appunto. Anche Nietzsche, dal canto suo, forniva un elogio della lentezza come antidoto alla precipitazione, al mito della velocità. Daniel Pennac invita a stimolare i giovani al piacere della letteratura, ma senza imporla. In questo, fondamentale è pure il ruolo dell’insegnante che deve educare i ragazzi a tirare fuori il meglio di ognuno. Non si può nascondere, difatti, come gran parte dei problemi attuali, come la violenza e la discriminazione, abbiano origine da una forte ignoranza. Per questo le persone che studiano letteratura hanno il compito di custodire la cultura e, ancor di più, diffonderla.

In chiusura, una considerazione emblematica di Italo Calvino: “Certo la letteratura non sarebbe mai esistita se una parte degli esseri umani non fosse stata incline a una forte introversione, a una scontentezza per il mondo com’è, a un dimenticarsi delle ore e dei giorni fissando lo sguardo sull’immobilità delle parole mute”.

CM

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2 commenti su “LA LETTERATURA E LA SUA IMPORTANZA

  1. Vorrei complimentarmi con l’autrice dell’articolo Caterina Marchesini per essere riuscita a mettere a fuoco con poche parole l’importanza della Letteratura, quella buona, e nel contempo la diffusa sensazione di sottostima della stessa.

  2. La ringrazio tanto per il suo apprezzamento, Professor De Martino. Sono contenta di aver contribuito a sottolineare quanto la Letteratura sia importante.

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