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di Lucia Triolo
Laggiù
mulini a vento
saline
Si lascia intravedere ogni tanto
tra le onde secche
come cifra da leggere a rovescio
una città straripata da
qualche affetto
o parola
macinati a pietra
È amore? È morte?
Trappola per chi ci finisce dentro
o per chi la evita?
la memoria
non brontola più
mi incrocia le gambe
sul seno
Sbatte il sole
lo Stagnone: che messinscena!
a non sapere se
guardi o sei guardato
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grazie Antonio per la pubblicazione. Il titolo della poesia però è Mothia, così si chiama infatti l’incantevole luogo descritto nel testo
Mi dispiace, ma io ho fatto solo un copia/incolla dalla tua bozza.
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